Fermate il Passo
Le origini del Recitativo fra Poesia e Musica in Italia
all’inizio del XVI secolo
Prologo
Tempus Fugit
– Dove si parla del tempo fugace e dell’umana natura mortale –
Vui che passate qui, fermate il passo * (Sonetto, testo: Serafino Aquilano)
Paolo Scotti: O tempo, o ciel volubil che fuggendo (Sonetto, testo: Francesco Petrarca)
Atto I
– l’amore e lo sguardo: Il Tramonto –
Se a mi che t’amo tanto doni morte (Strambotto)
Marchetto Cara: S’io sedo all’ombra Amor giù pone’l strale e l’arco (Sonetto)
Philippus de Luprano: Se m’è grato il tuo tornare, io’l so ben che giaccio in foco
Se per colpa del vostro altiero sdegno * (Madrigale, testo: Jacopo Sannazzaro)
Francesco Varoter: Nasce l’aspro mio tormento, donna mia sol per mirarte
Haimé, perché m’hai privo del tuo divino aspetto (Oda)
Atto II
– l’amore e lo sdegno: La Notte –
Hor che’l ciel e la terra e’l vento tace * (Sonetto, testo: Francesco Petrarca)
Bartolomeo Tromboncino: Non val acqua al mio gran foco
Dissimulare etiam sperasti, perfide * (“Eneide”, Virgilio)
Scopri, lingua, el mio martire, non tenir più el mal occulto
Io spero, e lo sperar cresce il tormento ** (Strambotto, testo: Niccolò Machiavelli)
Nicolò Broco: Per servirte perdo i passi, donna, e’l tempo e la fatica
Marchetto Cara: Se de fede vengo a meno, prima tu de fe’ mancasti
Atto III
– la resa amorosa: L’Alba –
O numquam pro re satis indignande Cupido ** (“Amores”, Ovidio)
Marchetto Cara: Deh non più, deh non più mo’, non temer ch’io me sdegnasse
Antonius Patavus, Stringari: *Son più matti a questo mondo (versione strumentale)
Fammi quanto dispetto far mi sai * (Rispetto, testo: Angelo Poliziano)
Marchetto Cara: Nasce la speme mia da un dolce riso (Capitolo Ternario)
Bartolomeo Tromboncino: Ostinato vo’ seguire la magnanima mia impresa
Epilogo
Carpe Diem
– Dove si parla della speranza vana –
Tu ne quaesieris, scire nefas *** (Carmen XI, Orazio)
Marchetto Cara: Io non compro più speranza ché gli è falsa mercanzia
Francesco Varoter: Voi che passate qui, firmate il passo (Strambotto, testo: Luigi Pulci)
* elaborazione ed arrangiamento: Viva Biancaluna Biffi,
** elaborazione a cura di Gloria Moretti, arrangiamento a cura di Viva Biancaluna Biffi,
*** oda latina declamata senza melodia
VivaBiancaLuna Biffi
Canto, Viella Medievale
e Violetta Bastarda
VivaBiancaLuna Biffi ha cominciato giovanissima lo studio del violoncello classico e moderno sotto la guida di Marco Pace, esibendosi in seguito sia in formazioni cameristiche che in qualità di solista in numerosi concerti in tutta Europa. Parallelamente ha approfondito la conoscenza delle tecniche compositive e dell’analisi estetica con Vilmos Leskò. Ha sempre affiancato agli studi accademici l’interesse per la musica etnica e sperimentale, collaborando anche con varie produzioni teatrali.
Dal 1997 al 2001 ha frequentato la Schola Cantorum Basiliensis (Basilea, Svizzera) diplomandosi per i corsi di Viella e Viola da gamba rinascimentale con Randall Cook, Canto con Richard Levitt e Dominique Vellard.
In qualità di cantante e strumentista collabora fin dal 1997 con alcune fra le più importanti formazioni di musica antica europee, operanti in tutto il mondo, tra le quali: Ensemble Lucidarium (Avery Gosfield e Francis Biggi, Italia), Alla Francesca (Brigitte Lesne e Pierre Hamon, Francia), i progetti “L’Amoureus Tourment” e “Remede de Fortune” con Pierre Hamon, Marc e Angélique Mauillon, Salon Des Musiques (Marco Ferrari, Italia) oltre che con Gilles Binchois (Dominique Vellard, Francia) ed Hesperion XXI – Capella Reial de Catalunya (Jordi Savall, Spagna).
Dal 2005 al 2008 ha insegnato presso la Fondazione Royaumont (Francia) con l’Ensemble Lucidarium, nell’ambito dei corsi di formazione concernenti la pratica vocale e strumentale della musica antica (ad esempio, “La Fabula d’Orfeo” ed il Codex Chantilly). E’ inoltre regolarmente invitata a tenere masterclass e stages al Centre de Musiques Médiévale de Paris (Francia), presso i Conservatori di Ginevra (Svizzera) e Lione (Francia) oltre che alla Schola Cantorum Basiliensis di Basilea (Svizzera).
L’immensa passione per la poesia e la musica italiana dell’inizio del XVI secolo l’ha condotta alla concezione di due programmi, uno solistico per voce ed intavolature per Violetta Bastarda (“Fermate il Passo”) ed uno per ensemble vocale/strumentale (“Sona, se vuoi sonare”).